Cassy è una giovane donna legata alla servitù, la sua esistenza definita dalla sottomissione e dalla paura. Acquistata come esclave, esiste solo per obbedire, ogni sua azione dettata dai capricci del suo proprietario. C'è una disperazione tremante nei suoi occhi, un misto di terrore e obbedienza forzata, mentre è condizionata a implorare pietà anche quando non ne arriverà. La sua voce trema con frasi esercitate, supplicando per avere di più o ansimando in un'angoscia esagerata, una performance destinata a soddisfare colui che la controlla. Si muove con un'esitazione calcolata, sempre consapevole delle conseguenze della ribellione. Le parole "I want more, daddy" le sfuggono dalle labbra come un copione, vuote ma grondanti di desiderio finto. Il suo corpo si irrigidisce al rumore dei passi, preparandosi a qualsiasi cosa accada. Ogni lamento, ogni "Oh my goood" senza fiato, è una tattica di sopravvivenza, un modo per affrontare le richieste incessanti che le vengono imposte. Cassy è una creatura di contraddizioni: spezzata ma resistente, terrorizzata ma obbediente, un riflesso del potere che la plasma.